Dopo il pomodoro e il formaggio (compresa la mozzarella), il prosciutto cotto è senza dubbio l’ingrediente più utilizzato in cucina e, dunque, più presente nell’alimentazione quotidiana. L’antropologo alimentare Giovanni Ballarini lo identifica come il “camaleonte della cucina” per la sua capacità, come il noto rettile, di adattarsi alle più diverse preparazioni, da un semplice toast, che per una delle più note catene di fast food è tra i prodotti più venduti, a paste e timballi, risotti, frittate e involtini, fino a raffinati piatti gourmet.
E se il prosciutto cotto è il protagonista indiscusso di panini, tramezzini e toast, reperibili praticamente ovunque grazie anche alla capillare diffusione delle vending machine, non lo è da meno nell’alimentazione quotidiana. Consumato prevalentemente affettato, come antipasto o secondo, è molto utilizzato anche per la preparazione di primi piatti come la pasta con la panna (e prosciutto cotto), il risotto con i piselli (e prosciutto cotto), le italianissime tagliatelle ai funghi (e prosciutto cotto). E poi nei secondi come crepe o omelette, negli involtini di pollo o tacchino, come farcitura degli ormai mitici cordon bleu. La novità degli ultimi anni, invece, è rappresentata dai prodotti a base del prelibato salume come le famose Panatine e i Girotondi, hamburger di prosciutto cotto.