Dal Piemonte alla Sicilia, le tavole italiane del giorno di Natale sono percorse da un unico filo rosso, quello della tradizione. Pasta fatta in casa, minestre, verdure, carne o pesce: la famiglia riunita per il cenone della Vigilia e per il pranzo del 25 ama gustare i piatti di una volta, quelli che preparavano le nostre nonne e che si tramandano da madre in figlia.
Se Capodanno rappresenta per molti l’occasione per sperimentare pietanze nuove, il Natale da Nord a Sud della Penisola è legato alla memoria, al piacere di riscoprire ogni volta la storia gastronomica del nostro Paese e di farla conoscere ai più piccoli.
Anche se ogni regione ha un proprio menù, vari cibi, pur con qualche variante, sono consumati in diverse località. Ecco i dieci natalizi più diffusi nelle cucine del Bel Paese.
[…] La tradizione di consumarlo il 25 dicembre risale però al Rinascimento. Già nel Cinquecento, il grosso volatile – un gallo castrato – era presente sulla mensa dei nobili in virtù delle sue morbide carni; dalle famiglie del popolo poteva essere gustato soltanto nelle grandi occasioni e il pranzo natalizio era una di queste. Oggi a Natale il brodo di cappone è utilizzato per cuocere i classici tortellini ripieni in Emilia Romagna, i cappelletti in Toscana e Marche, i ravioli in Veneto. In Lombardia è impiegato sia per la cottura dei casoncelli – una pasta ripiena a forma di mezzaluna – sia, nella zona del Varesotto, nella preparazione del risotto allo zafferano. […]