Non solo pasta al sugo, hamburger e patatine. Agli adolescenti piace mangiare anche il pesce. Purché sia fritto o ‘mascherato’ sottoforma di golose polpette, cotolette e tortini. A rivelarlo un’indagine condotta da Federcoopesca – la confederazione delle cooperative ittiche della Penisola – nelle scuole italiane, per scoprire i gusti dei giovanissimi e far crescere il consumo di pescato fresco.
Al primo posto tra le preferenze si classificano i pesci veri e propri (merluzzo, branzino, orata, cernia, salmone, sgombro, tonno), che conquistano il palato del 48% degli intervistati, seguiti dai molluschi (30%) come polpi, calamari, moscardini, cozze e vongole, e dai crostacei (22%) come gamberi, aragoste, scampi. I ragazzi dimostrano pure di essere ben informati sui benefici dei prodotti ittici: dal sondaggio emerge, infatti, che il 90% sa che il pesce è indispensabile in un’alimentazione equilibrata, al pari delle verdure e dei legumi, perché ricco di proteine, digeribile e leggero.
Eppure fanno fatica a trasformare la teoria in pratica: solo il 7,3% lo mangia abitualmente, mentre il 30% dichiara di non farlo mai (dati Coop/SIMA, Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza). Per questo Federcoopesca si sta impegnando a migliorare e a diversificare l’offerta di prodotti ittici nelle mense scolastiche, portando tra i banchi il pesce fresco raccolto nel Tirreno e nell’Adriatico da aziende locali. Ma le buone abitudini alimentari si apprendono innanzitutto in famiglia, dove spesso i consumi vengono frenati dai prezzi elevati. La federazione suggerisce alle mamme e ai papà di puntare sul pesce di acquacoltura e su quello azzurro, considerato ‘povero’ perché dal costo davvero accessibile, ma ricco di gusto e proprietà benefiche per l’organismo.